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Notizia della Fiera d’Ognissanti riportata, sotto la data del 1276, da Pompeo Pellini nella sua «Historia di Perugia»
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Il «mercato delle erbe» in Piazza del Sopramuro (attuale Piazza Matteotti)
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Bancarelle in fondo a via Pinella (oggi via Calderini)
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Quando la Fiera si svolgeva nel centro storico: bancarelle dinanzi al portale del Palazzo dei Priori

 

Storia, tradizione e appartenenza, la Fiera dei Morti di Perugia: uno degli appuntamenti che raccontano la città

Dal primo al 5 novembre torna l’appuntamento annuale con la Fiera dei Morti. Previsti piu di 600 banchi a Pian di Massiano, in piazzale Umbra Jazz (orario 9.00-21.00), e 80 in centro storico (orario 10.00-20.00).
“Nel rispetto di una lunga tradizione, - dichiara l’Assessore al Commercio del Comune di Perugia Clara Pastorelli, - il capoluogo umbro ospita ancora una volta una delle esposizioni più importanti e frequentate del Centro Italia. L’area di Pian di Massiano e l’acropoli sono pronte a fare da vetrina per i prodotti di artigiani, commercianti e ambulanti che sapranno animare e rendere più attrattiva la città.” 

Luogo di incontri e scambio, attrazione turistica, espressione della città. Tutto questo è la Fiera dei Morti, la mostra mercato più grande dell'Umbria che si svolge nelle 2 location di Pian di Massiano e il Centro Storico.

La tradizione della fiera affonda le sue radici nel passato: fin dal 1260, in epoca medievale, era descritta negli annali cittadini come una consuetudine. Ogni anno, durante la celebrazione religiosa di Ognissanti, veniva svolto un grande mercato - da qui la denominazione di "Fiera d'Ognissanti" - in cui confluivano visitatori da tutta Italia.

I mercanti non si recavano a Perugia solo per comprare o vendere, ma anche per godere dell'atmosfera della città, che nei giorni della fiera era animata da saltimbanchi, giocolieri e, per antica consuetudine, da giochi come la caccia al toro, la corsa all'anello e la corsa del palio.
Oggi, i giochi tradizionali e storici hanno lasciato il posto ai baracconi, il luna park presente nell'area della fiera da metà ottobre a metà novembre.

Nei primi anni di svolgimento, la durata dell'esposizione non era prestabilita: i mercanti potevano rimanere in città per settimane o addirittura mesi, per presentare, acquistare o vendere le merci.

Il mercato coinvolgeva diversi luoghi di Perugia.
Nello Statuto del 1279 si stabilisce la vendita del bestiame presso il Borgo di Porta San Pietro, che necessitava di grandi spazi aperti, mentre nella Piazza Grande - l'attuale Piazza IV Novembre - venivano vendute le altre merci, dette "minute".

In questo periodo, la fiera è soprattutto un luogo di incontro culturale: basti pensare che tra gli oggetti venduti erano presenti anche libri, opere d'arte e prodotti di artigianato locale provenienti da tutta Italia.

La consuetudine del grande mercato rimane viva anche nel corso del '600, quando assume la denominazione di "Fiera dei Defunti".

Ormai rinomata in tutta Italia, la manifestazione nell'800 viene definitivamente chiamata "Fiera dei Morti" .

Nel periodo tra le due guerre la tradizione continua e solo dal 1975, la fiera si sposta nella sua location attuale nell'area di Pian di Massiano.

Ancora oggi, rappresenta un elemento di attrazione per famiglie e persone di tutte le età che non rinunciano ad una passeggiata tra le bancarelle, tra artigianato, abbigliamento, e prodotti tipici locali, gustando anche eccellenze gastronomiche provenienti da altre culture.



Fonti bibliografiche
_La Fiera dei morti (gia di Ognissanti): lineamenti storici di un'antica tradizione perugina, Comune di Perugia, 1980
_La «Fiera dei morti» : appunti e materiali per una ricerca storica, 1979 (Stamperia Comunale)

Fonti fotografiche provenienti dall'Archivio di Stato di Perugia, Biblioteca comunale Augusta, Azienda Comprensoriale di Turismo, P.G. Bellavita, G. Lemmi, M.G. Lungarorri, Studio E. Benvenuti

La Fiera dei Morti su Wikipedia